A puro titolo personale (…e magari non solo..) non posso esimermi dal dire che una delle gioie più grandi nel scrivere questo articolo è l’idea che gran parte della critica italiana contesterebbe la sola idea di definire il regista di Pink Flamingos uno degli autori più influenti del cinema americano.
Se il termine autore indica ideatore ed esecutore al tempo stesso e anche chi ha prodotto o realizzato un'opera di ingegno (scientifica, letteraria, artistica) nel cinema di Waters l’orizzonte di riferimento è un ibrido tra la cultura degli anni sessanta e la rivolta underground dell’universo punk (nonostante il terribile titolo italiano di Desperate Living - Nuovo punk story - la sua estetica rinvia direttamente ad un immaginario underground tipico dell’America degli ultimi anni 70).
La sua natura di cinema povero riesce a far emergere le influenze del New American Cinema e dell’immaginario cinematografico di Andy Wharol riadattato in chiave di rivolta contro il Maccartismo e il codice Codice Hays che tanto hanno influito sul cinema hollywoodiano e sulla politica conservatrice americana. Pink Flamingos è il primo film a colori di Waters; se nella recensione di Gummo abbiamo definito i personaggi un corollario di Peanutz metropolitani, in questo caso Waters porta alle estreme conseguenze tale approccio al cinema proponendo la mitica Divine (alias Babs Johnson) come protagonista indiscussa dell’opera e proseguendo con personaggi come Edith Massey, Mink Stole e Mary Vivian Pearce che sotengono l’intera opera.
Siamo nell’America della contestazione della guerra in Vietnam e delle numerose rivolte sociali (tra le più importanti troviamo il Black Power e i Moti di Stonewall). Il quadro rappresentato da Waters è quantomeno pittoresco: Divine abita in una roulotte insieme alla madre malata di mente, il figlio e la sua ragazza e si vanta di un pittoresco primato: essere la persona più disgustosa del mondo. Questo primato, tuttavia, non sta bene ai coniugi Raymond e Connie Marble che vogliono destituire Divine dal suo regno del disgusto ( trafficando in bambini e spacciando eroina davanti alle scuole elementari). Nonostante le violenze e le intimidazioni che la nostra protagonista sarà costretta a subire l'allegra combriccola della roulotte reagirà alla violenza dei due dolci coniugi attraverso una particolarissima vendetta. Che Pink Flamingos sia una delle opere più disturbanti di tutta la storia del cinema è risaputo. Ritengo interessante indagarne perché é come inserire l’opera di Waters all’interno di una Storia e critica del cinema spesso vittima di considerazioni incapaci di farsi carico di opere lontane dall’estetica dei grandi maestri.
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Claudio Suriani Filmmaker
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