Korine a soli diciannove anni scrisse la sceneggiatura di The Kids (Larry Clark, 1995); opera iconica sul disagio giovanile gettando le basi per la rappresentazione dell’universo White trash caratteristico dei territori rurali americani. Appena due anni dopo Korine approda alla regia è comprende che il cinema ripone la sua vera natura nell’immagine e nella capacità di creare spazi interpretativi attraverso il dialogo tra diversi formati video; la natura perturbante di Gummo non si basa sulla violenza delle sequenze ma sulla mancanza di chiusura narrativa delle vicende dei giovani protagonisti chiamando lo spettatore ad uno sforzo interpretativo.
Nonostante il susseguirsi di vicende slegate tra loro e prive di uno slancio creativo verso il futuro (sia del personaggi che dell’intera comunità di Xenia), questo dialogo tra le immagini riesce a costruire una coerenza interna alla narrazione; l’uragano Gummo non ha distrutto solo la città di Xenia ma ha creato una sorta di blocco temporale in cui è andata perduta sia la memoria del passato (individuale e comunitario) sia la spinta verso il futuro affidando la vita dei personaggi a meri stratagemmi per poter sopravvivere (come l’uccisione dei gatti e il prostituirsi da parte di una ragazza disabile). Tali azioni non possono essere definite amorali in quanto Gummo priva il proprio universo di senso della necessità di interrogarsi sulla morale e sull’etica. Nonostante sia difficile dare una definizione unica di Gummo appare tuttavia chiaro è che il film di Korine è figlio del suo tempo; siamo alla fine degli anni novanta e sta iniziando ad affacciarsi nel cinema la rivoluzione digitale. L'occhio meccanico comincia ad entrare nella vita quotidiana delle persone diventando una vera e propria protesi della nostra quotidianità; nel venir meno del senso di comunità e di una prospettiva politica (intesa in senso etimoligico) tutto diventa un possibile soggetto acquisendo una drammaticità impossibile tuttavia da elaborare.
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Claudio Suriani Filmmaker
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