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lunedì 12 dicembre 2022

CARNIVALE (2005) DI DANIEL KNAUF - Il teatro delle illusioni

Carnivale si è imposta negli ultimi anni come una delle serie tv più interessanti dal punto di vista stilistico; narra le vicende di un circo itinerante guidato da una misteriosa direzione attraverso la magica atmosfera degli Stati Uniti degli anni 30; anni in cui impazzava la magia del jazz, la fabbrica dei sogni di Hollywood insieme alla grande depressione e lo spettro della seconda guerra mondiale. 
 
 
 
La serie inizia con un prologo dal carattere biblico in cui la lotta tra bene e male per il controllo del mondo si impone come tematica centrale dell'intera opera; la struttura narrativa tuttavia appare molto più complessa rispetto ad una visione dualistica della storia in quanto la serie è caratterizzata da  una successione di personaggi secondari ricchi di fascino che sorreggono la struttura narrativa conferendole spessore. 
 
 

Come personaggio guida troviamo l’iconico Michael J. Anderson che tutti ricordano come il nano in Twin Peaks; quando un personaggio ha la forza di entrare nell’immaginario collettivo l’attore diviene un tutt’uno con il suo personaggio. Michael J. Anderson è diventato un'icona dei personaggi che vivono sulla soglia tra realtà e finzione (si pensi alla sua presenza in Mulholland Drive di David Lynch o nella serie cult di Chris Carter X-files); inoltre questo aspetto carica il personaggio di Samson di un valore universale: una sorta di novello Mosè alla guida di uno scalcinato gruppo di freaks (l'immaginario browningiano sconfigge per l'ennesima volta la censura storica). Tornando a Carnivale, l’intero corpus degli episodi è caratterizzato da un atmosfera carica di misticismo di stampo manicheo; aspetto che tuttavia si fonde con l’aria gioiosa di una fiera di paese e dei suoi fenomeni da baraccone (oltre al già citato Freaks di Tod Browning troviamo influenze anche da La fiera delle illusioni di Edmund Goulding del 1947).  
 

 
Un ulteriore elemento è la tematica del viaggio; il travel movie è un sottogenere cinematografico che ha dato vita a numerosi capolavori tra cui Nomadland (Chloè Zaho, 2020) Green Book (Peter Farrely, 2018), Cry Macho (Clint Eastwood, 2021), Interstellar (Christopher Nolan, 2013), Una storia vera (David Lynch, 1999), Sette anni in Tibet (Jean-Jacques Annaud, 1997), Viaggio a Kandahar (Mohsen Makhmalbaf, 2002) e Easy rider (Dennis Hopper, 1969). Carnivale si distacca dalle opere citate in quanto è il viaggio stesso ad essere il centro narrativo della serie; la direzione è il fondamento sulla quale si fonda l’intera opera proprio come, in X-files, la ricerca degli alieni e di Samantha Mulder resterà il fulcro narrativo della serie.  
 
Carnivale rappresenta un mondo carico di misticismo capace di privare l’essere umano della propria autodeterminazione; è, inoltre, una delle serie tv migliori degli ultimi anni e merita di essere posta all’attenzione di un pubblico sempre più vasto.
 
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Claudio Suriani Filmmaker















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