Carnivale
si è imposta negli ultimi anni come una delle serie tv più
interessanti dal punto di vista stilistico; narra le vicende di un
circo itinerante guidato da una misteriosa direzione attraverso la magica atmosfera degli Stati Uniti degli anni 30; anni in cui
impazzava la magia del jazz, la fabbrica dei sogni di Hollywood insieme alla grande depressione e lo spettro della seconda guerra
mondiale.
La serie inizia con un prologo dal carattere biblico in cui la lotta tra bene e
male per il controllo del mondo si impone come tematica centrale dell'intera opera; la struttura narrativa tuttavia
appare molto più complessa rispetto ad una visione dualistica della
storia in quanto la serie è caratterizzata da una successione di personaggi
secondari ricchi di fascino che sorreggono la struttura narrativa conferendole spessore.
Un ulteriore elemento è la tematica del viaggio; il travel movie è un sottogenere cinematografico che
ha dato vita a numerosi capolavori tra cui Nomadland (Chloè
Zaho, 2020) Green Book (Peter Farrely, 2018), Cry Macho
(Clint Eastwood, 2021), Interstellar (Christopher Nolan,
2013), Una storia vera (David Lynch, 1999), Sette
anni in Tibet (Jean-Jacques Annaud,
1997), Viaggio a Kandahar
(Mohsen Makhmalbaf, 2002) e Easy
rider (Dennis Hopper, 1969). Carnivale
si distacca dalle opere citate in quanto è il viaggio stesso ad
essere il centro narrativo della serie; la direzione è il fondamento sulla quale si fonda l’intera opera proprio come, in X-files,
la ricerca degli alieni e di Samantha Mulder resterà il fulcro narrativo della serie.
Carnivale rappresenta un mondo carico di misticismo capace di privare l’essere umano della propria autodeterminazione;
è, inoltre, una delle serie tv migliori degli ultimi anni e merita di essere
posta all’attenzione di un pubblico sempre più vasto.
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Claudio Suriani Filmmaker
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