Ispirato al manga Crows di Hiroshi Takahashi Crows Zero è uno dei film più interessanti di Takashi Miike, autore conosciuto per la sua copiosa filmografia e meno per le sue grandi doti registiche. Crows Zero narra le vicende della Suzuran (un istituto superiore) e di Genji Takiya, figlio di un importante Yakuza di Tokyo, che si iscrive presso l’istituto con lo scopo di diventare il capo di tutte le bande giovanili della scuola. Nonostante sia un'opera caratterizzata da risse sanguinose e dall’elevazione della violenza come mezzo di affermazione sociale Crows Zero riesce a conservare una certa natura fumettistica che permette al film di non prendersi mai troppo sul serio; questo è un aspetto caratteristico del cinema di genere nipponico capace di portare avanti generi come l’horror estremo o la violenza giovanile attraverso uno stile autoironico riscontrabile nel cinema di Noboru Iguchi, Sion Sono e Yoshihiro Nishimura.
Genji
Takiya è il
personaggio chiave attorno cui ruota l’intera narrazione;
attraverso le sue gesta scopriamo un ambiente sociale caratterizzato
da edifici distrutti e da adulti incapaci di incidere sugli eventi.
Crown Zero mette in scena una rottura generazionale caratterizzata da un codice d’onore tipicamente nipponico; in fondo è la Suzuran ad essere la vera protagonista del film in quanto non esiste uno sviluppo narrativo al di fuori di essa. In Crown Zero è la volontà di emergere di Genji a muovere l’intero corpus degli eventi senza sfociare in una fama di potere fine a se stessa; questo è un aspetto determinante perché l’opera di Miike si distacca da film come Gomorra (a cui è stato erroneamente paragonato) in quanto il film di Matteo Garrone è del tutto privo di ogni declinazione favolistica.
A differenza di opere marcatamente autoriali come Audition (1999) o Over your dead body (2014), Crown Zero resta un opera di intrattenimento senza tuttavia perdere il segno distintivo che da sempre contraddistingue il cinema di Takashi Miike.
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